lunedì 12 dicembre 2016

Veneto e scempi ambientali: una apocalisse silenziosa


Chi ricorda le polemiche al vetriolo che investirono l'ex governatore azzurro Giancarlo Galan poco prima che quest'ultimo nel 2010 mollasse la presidenza della Regione Veneto? Chi ricorda, tra il 2009 e il 2010, la lotta feroce che a palazzo Ferro Fini venne combattuta attorno all'articolo 38 del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, il Ptrc, che sottraeva ai comuni la potestà urbanistiche delle aree strategiche ai fini dei trasporti? Nel silenzio rumoroso della baraonda referendaria la Lega Nord, che comanda in Regione Veneto col governatore Luca Zaia, sta riproponendo lo stesso cliché usato ideato da Galan e dai suoi sodali. Un primo antipasto di questo intendimento era stato cucinato già nel 2013, durante il primo governatorato di Zaia. Ora il suo esecutivo si spinge oltre, nascondendo una deroga monstre, nelle mutande della finanziaria al vaglio dell'aula: una deroga cui ne segue un'altra altrettanto mostruosa sulle cave. A differenza del 2009 però la politica, le minoranze agguerrite e la società civile tacciono. Tutti zitti, tutti allineati, con qualche meritoria eccezione. Ma il manovratore stavolta è stato assai più abile a sopire il silenzio: e questo è il vero volto della Lega. Si schiera giustamente contro il no al referendum costituzionale, ma per arrogarsi il diritto di preparare le stesse vergogne in salsa regionale. Alvaro vitali interpretando Pierino una volta disse: «invertendo le chiappe il prodotto non cambia».

Marco Milioni

Nessun commento:

Posta un commento